Michela Pagliarone intervista Paolo Lauciani


Intervista al sommelier Paolo Lauciani
di Michela Pagliarone

Che cos’è “La Grande Italia dei Vini”?

È un bellissimo viaggio alla scoperta dei grandi tesori enologici del nostro paese. Ho cercato di raccontarli a mio modo, cercando di infondere nel pubblico la curiosità di scoprirli e degustarli.

Partecipando a questo progetto unico ed emozionale che cosa ha cercato di trasmettere ai cultori del vino?

Soprattutto la passione. I vini, come la buona tavola, sono e devono essere visti come un fatto essenzialmente culturale, dato che affondano le loro radici nella storia e nelle tradizioni più nobili del nostro paese. Ma perché la cultura sia feconda, è necessario appassionarsi ad essa. Ecco, per me il vino è poesia e passione: spero si percepisca nei miei interventi.

Salvador Dalí ha detto “I veri intenditori non bevono vino: degustano segreti”, secondo lei quali sono i segreti che contraddistinguo un vino di qualità?

I segreti del vino sono quelli che i bevitori distratti non cercano: dietro ogni etichetta si cela la storia di uomini e donne che nel tempo hanno plasmato un paesaggio, interpretandolo con nettari che in passato servivano ad alimentare, oggi – per fortuna! – sono destinati ad affascinare. Il vino è un prodotto dell’intelligenza umana che forgia un frutto della Natura secondo un progetto ben preciso. Chi non pensa che il vino possa essere definito un’opera d’arte (l’unica opera d’arte che dev’essere “distrutta” per trasmettere il suo messaggio), può continuare a berlo senza mai imparare a degustarlo; ma, forse, non sarà mai in grado di apprezzarne fino in fondo la grandezza.

Il vino è una ricchezza tipicamente italiana, molto variegata grazie alle diverse peculiarità territoriali. Scoprire la storia e la tradizione del vino significa ritrovare la vera identità del nostro Paese. “La Grande Italia dei Vini” in che modo può aiutare a conoscere il patrimonio enologico italiano?

Degustare e capire un vino è un modo incredibilmente espressivo per entrare in sintonia con il suo luogo di origine. La straordinaria dote di trasferire in un sorso colori, profumi e sapori di una terra, così come la storia e la tradizione della stessa, è parte non poco rilevante del fascino inimitabile della bevanda di Bacco. E il vino può raccontare ogni angolo di quel magnifico caleidoscopio culturale che si chiama Italia. Con “La Grande Italia dei Vini” pensiamo di aver dato un piccolo contributo a questa conoscenza.

La cultura e l’arte enologica sono esperienze complesse e privilegiate che regalano conoscenza, condivisione, scoperta di territori, incontri indimenticabili con viticoltori ed estimatori del vino. Durante questo meraviglioso viaggio intrapreso da Aosta a Pantelleria c’è un episodio particolare che ricorda con affetto?

Durante una pausa delle riprese, mi si è avvicinato un signore che – memore della mia partecipazione alla rubrica Gusto del Tg5 – mi ha detto: “Lei farebbe venir voglia di bere vino anche a un astemio! Mi sono iscritto a un corso per sommelier proprio grazie alle sue degustazioni televisive”. Ecco, la gratificazione più bella è sapere di essere riuscito a stimolare a una conoscenza più approfondita della “grande bellezza” del vino.

Nonostante la sua pluriennale esperienza in ambito vitivinicolo, ha ancora dei territori, delle storie di vitigni e di sapori da raccontare e degustare?

Non si finisce mai di imparare: guai a ritenersi appagati! Il mondo dell’enogastronomia è sempre in evoluzione e riserva continuamente sorprese. Se perdessi la voglia e la curiosità di conoscere, sarebbe la fine. Nel mio lavoro di “comunicatore”, ogni giorno apprendo qualcosa di nuovo e questo tiene acceso il fuoco della passione che arde dentro di me e che, come ogni fiamma, dev’essere costantemente alimentato